IL DISTURBO DA ATTACCHI DI PANICO CON O SENZA AGORAFOBIA
COS'E': il Disturbo da Attacchi di Panico (DAP) è caratterizzato dalla presenza di intensi e ripetuti stati ansiosi (panico) in concomitanza all'insorgenza di sensazioni fisiche spiacevoli, che inducono l'individuo a temere di soffrire di una grave patologia organica (paura di stare male).
E' un disturbo estremamente frequente, tanto che la percentuale di individui che ne ha fatto esperienza almeno una volta nella vita oscilla tra l’1,5% ed il 3,5% della popolazione generale. Per dare un esempio della sua rilevanza, potremo considerare che tra gli abitanti di una città come Verona (circa 250.000 cittadini) vi sia una presenza a livello statistico di circa 3.750-7500 persone affetta da tale patologia.
Statisticamente l’età di esordio si colloca per lo più tra la tarda adolescenza ed i 35 anni, con un decorso che purtroppo si manifesta tendenzialmente come cronico ed altalenante.
La diagnosi di DAP viene fatta con una frequenza doppia sulle Femmine rispetto ai Maschi.
Nella maggioranza dei casi è reso particolarmente invalidante dalla presenza di agorafobia che progressivamente limita l’autonomia negli spostamenti. Con tale termine si intende il timore e l'ansia relative all’essere in luoghi o situazioni dai quali sarebbe difficile allontanarsi o con scarse possibilità d’aiuto in caso di un attacco di panico, con conseguente loro evitamento.
Chi prova queste sensazioni cerca generalmente aiuto al Pronto Soccorso o presso il proprio medico di base o ancora presso altri medici specialisti, sottoponendosi a numerosi accertamenti che, seppur non chiariscono la natura dei sintomi, escludono la presenza di una patologia medica.
CRITERI DIAGNOSTICI
PERCHE' SUCCEDE?: uno deI fattori che maggiormente favorisce l'insorgenza di un attacco di panico è individuabile nell'erronea interpretazione (misinterpretation) per la quale la persona è indotta a ritenere una propria sensazione corporea spiacevole come il sintomo certo dell'insorgenza immediata di una grave patologia organica.
Esempi:
TACHICARDIA = INFARTO
RESPIRO AFFANNOSO = SOFFOCAMENTO
CAPOGIRO = SVENIMENTO
Tale erronea interpretazione a sua volta attiva inconsapevolmente un'area cerebrale denominata amigdala, che ha il "compito" di indurre ansia e di accelerare alcuni organi del nostro corpo (ad es. cuore e polmoni) con la conseguenza involontaria ed inconsapevole di incrementare la sensazione corporea iniziale stessa. L'incremento di spiacevolezza che ne consegue induce la persona a confermare la presenza di una patologia organica in atto, senza rendersi invece conto che in quel momento è soggetto ad una reazione ansiosa non patogena. Ne risulta quindi un circolo vizioso per il quale alcuni fattori si rinforzano a vicenda: una sensazione corporea stimola un pensiero di pericolo che a sua volta induce ansia ed ulteriori sensazioni corporee.
Es:
COS'E': il Disturbo da Attacchi di Panico (DAP) è caratterizzato dalla presenza di intensi e ripetuti stati ansiosi (panico) in concomitanza all'insorgenza di sensazioni fisiche spiacevoli, che inducono l'individuo a temere di soffrire di una grave patologia organica (paura di stare male).
E' un disturbo estremamente frequente, tanto che la percentuale di individui che ne ha fatto esperienza almeno una volta nella vita oscilla tra l’1,5% ed il 3,5% della popolazione generale. Per dare un esempio della sua rilevanza, potremo considerare che tra gli abitanti di una città come Verona (circa 250.000 cittadini) vi sia una presenza a livello statistico di circa 3.750-7500 persone affetta da tale patologia.
Statisticamente l’età di esordio si colloca per lo più tra la tarda adolescenza ed i 35 anni, con un decorso che purtroppo si manifesta tendenzialmente come cronico ed altalenante.
La diagnosi di DAP viene fatta con una frequenza doppia sulle Femmine rispetto ai Maschi.
Nella maggioranza dei casi è reso particolarmente invalidante dalla presenza di agorafobia che progressivamente limita l’autonomia negli spostamenti. Con tale termine si intende il timore e l'ansia relative all’essere in luoghi o situazioni dai quali sarebbe difficile allontanarsi o con scarse possibilità d’aiuto in caso di un attacco di panico, con conseguente loro evitamento.
Chi prova queste sensazioni cerca generalmente aiuto al Pronto Soccorso o presso il proprio medico di base o ancora presso altri medici specialisti, sottoponendosi a numerosi accertamenti che, seppur non chiariscono la natura dei sintomi, escludono la presenza di una patologia medica.
CRITERI DIAGNOSTICI
- Attacchi di panico inaspettati e ricorrenti caratterizzati dalla presenza di periodi precisi di intensa paura o disagio, accompagnati da almeno 4 sensazioni tra le seguenti:
- L’attacco ha inizio improvviso e raggiunge l’apice rapidamente (entro circa 10’). Lo stato acuto in genere si riduce dopo circa 20'
- Spesso è accompagnato da senso di pericolo o catastrofe imminente e da urgenza di allontanarsi.
- Almeno uno degli attacchi è stato seguito da un mese (o più) di uno o più dei seguenti sintomi: preoccupazione persistenti di avere altri attacchi; preoccupazione a proposito delle implicazioni/conseguenze dell’attacco; alterazione del comportamento correlato agli attacchi.
- Agorafobia: paura ed ansia relative all’essere in luoghi o situazioni dai quali sarebbe difficile allontanarsi o con scarse possibilità d’aiuto in caso di un attacco di panico. Le situazioni vengono evitate o sopportate con molto disagio o viene richiesto un accompagnatore.
PERCHE' SUCCEDE?: uno deI fattori che maggiormente favorisce l'insorgenza di un attacco di panico è individuabile nell'erronea interpretazione (misinterpretation) per la quale la persona è indotta a ritenere una propria sensazione corporea spiacevole come il sintomo certo dell'insorgenza immediata di una grave patologia organica.
Esempi:
TACHICARDIA = INFARTO
RESPIRO AFFANNOSO = SOFFOCAMENTO
CAPOGIRO = SVENIMENTO
Tale erronea interpretazione a sua volta attiva inconsapevolmente un'area cerebrale denominata amigdala, che ha il "compito" di indurre ansia e di accelerare alcuni organi del nostro corpo (ad es. cuore e polmoni) con la conseguenza involontaria ed inconsapevole di incrementare la sensazione corporea iniziale stessa. L'incremento di spiacevolezza che ne consegue induce la persona a confermare la presenza di una patologia organica in atto, senza rendersi invece conto che in quel momento è soggetto ad una reazione ansiosa non patogena. Ne risulta quindi un circolo vizioso per il quale alcuni fattori si rinforzano a vicenda: una sensazione corporea stimola un pensiero di pericolo che a sua volta induce ansia ed ulteriori sensazioni corporee.
Es:
In realtà l'attivazione dell'area cerebrale denominata amigdala e conseguentemente di alcuni organi del nostro corpo accade per un meccanismo primordiale di difesa verso un pericolo reale oppure anche solo immaginato. Infatti, tale sorta di "accelerazione" favorisce maggiore energia e quindi capacità di reazione dell'organismo. In ultima analisi la reazione ansiosa viene involontariamente amplificata per una erronea interpretazione di un meccanismo utile oltre che biologico.
Due ulteriori fattori causali e di mantenimento degli attacchi di panico concernono l'attenzione selettiva ed i comportamenti di evitamento.
L'attenzione selettiva implica la focalizzazione\concentrazione che automaticamente si è indotti a prestare alle nostre sensazioni spiacevoli. Tale atteggiamento induce una maggiore sensibilità verso i cambiamenti anche benigni del corpo e inoltre li amplifica: se si porge attenzione ad una parte dolorante del nostro corpo, tale sensazione iniziale viene facilmente accresciuta.
I comportamenti di evitamento si riferiscono a quelle azioni visibili oppure anche solo mentali, che sono tese a ridurre o a prevenire sia il timore immaginato che la reazione ansiosa. Alcuni esempi: evitare sforzi per il timore di un infarto, allontanarsi da luoghi chiusi o caotici per la paura di svenire o soffocare, non usare l'auto o farsi accompagnare per il timore di stare male. Tali azioni favoriscono un immediato sollievo ma nel lungo periodo peggiorano la reattività fisiologica ed ansiosa, inducono maggiore credenza circa le convinzioni di malattia organica, limitano sempre più l'autonomia personale.
L'attenzione selettiva implica la focalizzazione\concentrazione che automaticamente si è indotti a prestare alle nostre sensazioni spiacevoli. Tale atteggiamento induce una maggiore sensibilità verso i cambiamenti anche benigni del corpo e inoltre li amplifica: se si porge attenzione ad una parte dolorante del nostro corpo, tale sensazione iniziale viene facilmente accresciuta.
I comportamenti di evitamento si riferiscono a quelle azioni visibili oppure anche solo mentali, che sono tese a ridurre o a prevenire sia il timore immaginato che la reazione ansiosa. Alcuni esempi: evitare sforzi per il timore di un infarto, allontanarsi da luoghi chiusi o caotici per la paura di svenire o soffocare, non usare l'auto o farsi accompagnare per il timore di stare male. Tali azioni favoriscono un immediato sollievo ma nel lungo periodo peggiorano la reattività fisiologica ed ansiosa, inducono maggiore credenza circa le convinzioni di malattia organica, limitano sempre più l'autonomia personale.