Che cos'è esattamente l'ipnosi? Come funziona e a cosa serve?
Vediamo innanzitutto di chiarire un punto fondamentale: l'ipnosi (almeno nel significato più puro) è molto lontana da quelle scene che possiamo aver visto nei film o durante alcuni programmi televisivi in cui un 'esperto' della materia riesce in modo semplice e rapido a ipnotizzare un'altra persona, a farla cadere in uno stato di annullamento della volontà nel quale il soggetto si trova “costretto” a fare tutto ciò che il presunto ipnotizzatore vuole. L'ipnosi non funziona così, si tratta di un falso mito, uno stereotipo che purtroppo è assai diffuso tra i non addetti ai lavori.
Non c'è nulla di magico nè di coercitivo o di demoniaco nell'ipnosi tant'è che chiunque può sperimentarla durante la giornata; sembra incredibile, ma tutti noi viviamo questa alterazione della coscienza e ciò accade più spesso di quanto pensiamo. Vi è mai capitato di guardare un film o di leggere un romanzo ed esserne catturati a tal punto che il mondo esterno, il tempo e i problemi personali sembrano non esistere più? Bene, questo è uno stato ipnotico, in questi casi noi siamo ipnotizzati; di più, ogni volta che siamo assorti nelle nostre attività noi ci autoipnotizziamo, ovviamente senza rendercene conto, si tratta infatti di un processo naturale.
Vista in questo modo (che è poi quello autentico) l'ipnosi perde quell'aura di malvagità e di magia che sovente gli si attribuisce, è al contrario un'esperienza normale con cui ci confrontiamo tutti i giorni. Ogniqualvolta siamo concentrati, assorti, rapiti, incantati da qualcosa che catalizza la nostra attenzione a un punto tale da ignorare tutto ciò che ci succede intorno e da perdere la concezione del tempo siamo, di fatto, “ipnotizzati”.
Vale a dire che ci troviamo in uno stato di alterazione delle percezioni e della coscienza. Una condizione che ha una sua utilità: ci permette infatti di mobilitare e rendere utilizzabili risorse che altrimenti sarebbero inaccessibili, con il risultato, per esempio, di migliorare una performance o di facilitare il ripristino dell’equilibrio e del benessere.
Questo ci porta a parlare dell'ipnosi terapeutica, uno strumento importante sotto molti punti di vista: essa è una tecnica semplice ed efficace, scientificamente studiata, che promuove il cambiamento personale. Molti medici e psicologi scelgono ormai di utilizzarla per i loro percorsi terapeutici sui pazienti.
Depressioni, disturbi ossessivi-compulsivi, dipendenze patologiche, fobie, traumi sono solo alcuni dei problemi che l'ipnosi terapeutica è in grado di contrastare. È efficace anche per problematiche meno gravi quali mal di testa, ansia, stress e difficoltà di interazione sociale. Può essere utile, infine, per fortificare il carattere, aumentare le abilità mnemoniche e affrontare disturbi psicosomatici. Attraverso l'ipnosi l'individuo è incoraggiato ad utilizzare al meglio le proprie capacità e a rimuovere i blocchi che impediscono di vivere appieno la vita.
L’obiettivo dell’ipnosi è accedere all’inconscio dell’individuo, cioè al 'luogo' in cui vengono raccolte le esperienze e le informazioni apprese nel corso della vita (di cui spesso non abbiamo consapevolezza), in modo da incoraggiare i meccanismi di autoguarigione che ciascuno di noi possiede.
Resta ora da vedere come funziona in pratica il processo ipnotico, processo affascinante e nello stesso tempo abbastanza semplice, se il soggetto collabora. Il primo passo è favorire un distacco dalla realtà. L’ipnotista, con voce monotona e ripetendo più volte parole e concetti, invita la persona a rilassarsi e a concentrare l’attenzione su un oggetto (un tempo poteva essere il pendolino, oggi è spesso una parte del corpo, ad esempio il braccio o la gamba). Questo accorgimento aiuta la persona a isolarsi dalla realtà esterna e a rivolgere l’attenzione verso l’interno fino a sperimentare un senso di distacco dal corpo e una profonda sensazione di pace.
A questo punto il concetto di tempo svanisce e si entra in 'trance', una particolare condizione tra il sonno e la veglia, riconoscibile da alcuni segnali: la persona di solito è immobile, seduta o distesa; la respirazione rallenta, così come la frequenza cardiaca; gli occhi sono chiusi o socchiusi e la voce ha un tono diverso; la deglutizione è rara e la risposta a stimoli esterni è ridotta.
Una volta indotta la trance, l’ipnotista ha di fronte a sé una persona non più imprigionata nei rigidi schemi della realtà e che accetta perciò messaggi dall’esterno senza il consueto processo di analisi e di critica. In questa fase l’ipnotista può offrire al paziente suggestioni utili (per esempio 'in aeroplano sarai rilassato' oppure 'le sigarette avranno d’ora in poi un sapore cattivo').
In teoria l'ipnosi funziona su tutti gli individui, tuttavia alcune persone sono particolarmente refrattarie: generalmente lo è chi esercita su di sé un continuo controllo (in altre parole, chi fa fatica a lasciarsi andare), chi si oppone volontariamente o chi pone, inconsciamente, delle resistenze.
Vediamo innanzitutto di chiarire un punto fondamentale: l'ipnosi (almeno nel significato più puro) è molto lontana da quelle scene che possiamo aver visto nei film o durante alcuni programmi televisivi in cui un 'esperto' della materia riesce in modo semplice e rapido a ipnotizzare un'altra persona, a farla cadere in uno stato di annullamento della volontà nel quale il soggetto si trova “costretto” a fare tutto ciò che il presunto ipnotizzatore vuole. L'ipnosi non funziona così, si tratta di un falso mito, uno stereotipo che purtroppo è assai diffuso tra i non addetti ai lavori.
Non c'è nulla di magico nè di coercitivo o di demoniaco nell'ipnosi tant'è che chiunque può sperimentarla durante la giornata; sembra incredibile, ma tutti noi viviamo questa alterazione della coscienza e ciò accade più spesso di quanto pensiamo. Vi è mai capitato di guardare un film o di leggere un romanzo ed esserne catturati a tal punto che il mondo esterno, il tempo e i problemi personali sembrano non esistere più? Bene, questo è uno stato ipnotico, in questi casi noi siamo ipnotizzati; di più, ogni volta che siamo assorti nelle nostre attività noi ci autoipnotizziamo, ovviamente senza rendercene conto, si tratta infatti di un processo naturale.
Vista in questo modo (che è poi quello autentico) l'ipnosi perde quell'aura di malvagità e di magia che sovente gli si attribuisce, è al contrario un'esperienza normale con cui ci confrontiamo tutti i giorni. Ogniqualvolta siamo concentrati, assorti, rapiti, incantati da qualcosa che catalizza la nostra attenzione a un punto tale da ignorare tutto ciò che ci succede intorno e da perdere la concezione del tempo siamo, di fatto, “ipnotizzati”.
Vale a dire che ci troviamo in uno stato di alterazione delle percezioni e della coscienza. Una condizione che ha una sua utilità: ci permette infatti di mobilitare e rendere utilizzabili risorse che altrimenti sarebbero inaccessibili, con il risultato, per esempio, di migliorare una performance o di facilitare il ripristino dell’equilibrio e del benessere.
Questo ci porta a parlare dell'ipnosi terapeutica, uno strumento importante sotto molti punti di vista: essa è una tecnica semplice ed efficace, scientificamente studiata, che promuove il cambiamento personale. Molti medici e psicologi scelgono ormai di utilizzarla per i loro percorsi terapeutici sui pazienti.
Depressioni, disturbi ossessivi-compulsivi, dipendenze patologiche, fobie, traumi sono solo alcuni dei problemi che l'ipnosi terapeutica è in grado di contrastare. È efficace anche per problematiche meno gravi quali mal di testa, ansia, stress e difficoltà di interazione sociale. Può essere utile, infine, per fortificare il carattere, aumentare le abilità mnemoniche e affrontare disturbi psicosomatici. Attraverso l'ipnosi l'individuo è incoraggiato ad utilizzare al meglio le proprie capacità e a rimuovere i blocchi che impediscono di vivere appieno la vita.
L’obiettivo dell’ipnosi è accedere all’inconscio dell’individuo, cioè al 'luogo' in cui vengono raccolte le esperienze e le informazioni apprese nel corso della vita (di cui spesso non abbiamo consapevolezza), in modo da incoraggiare i meccanismi di autoguarigione che ciascuno di noi possiede.
Resta ora da vedere come funziona in pratica il processo ipnotico, processo affascinante e nello stesso tempo abbastanza semplice, se il soggetto collabora. Il primo passo è favorire un distacco dalla realtà. L’ipnotista, con voce monotona e ripetendo più volte parole e concetti, invita la persona a rilassarsi e a concentrare l’attenzione su un oggetto (un tempo poteva essere il pendolino, oggi è spesso una parte del corpo, ad esempio il braccio o la gamba). Questo accorgimento aiuta la persona a isolarsi dalla realtà esterna e a rivolgere l’attenzione verso l’interno fino a sperimentare un senso di distacco dal corpo e una profonda sensazione di pace.
A questo punto il concetto di tempo svanisce e si entra in 'trance', una particolare condizione tra il sonno e la veglia, riconoscibile da alcuni segnali: la persona di solito è immobile, seduta o distesa; la respirazione rallenta, così come la frequenza cardiaca; gli occhi sono chiusi o socchiusi e la voce ha un tono diverso; la deglutizione è rara e la risposta a stimoli esterni è ridotta.
Una volta indotta la trance, l’ipnotista ha di fronte a sé una persona non più imprigionata nei rigidi schemi della realtà e che accetta perciò messaggi dall’esterno senza il consueto processo di analisi e di critica. In questa fase l’ipnotista può offrire al paziente suggestioni utili (per esempio 'in aeroplano sarai rilassato' oppure 'le sigarette avranno d’ora in poi un sapore cattivo').
In teoria l'ipnosi funziona su tutti gli individui, tuttavia alcune persone sono particolarmente refrattarie: generalmente lo è chi esercita su di sé un continuo controllo (in altre parole, chi fa fatica a lasciarsi andare), chi si oppone volontariamente o chi pone, inconsciamente, delle resistenze.